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TAPPA 16 Cimaferle – Miogliola

Tappa 16

Segnavia: CAI 586
Località di partenza: Cimaferle 603 m s.l.m
Località di arrivo: Miogliola (C.na Merlo) 404 m s.l.m.
Dislivello in salita: 205 m circa
Dislivello in salita: 415 m circa
Lunghezza: 10,3 Km 
Tempo di percorrenza stimato, escluse le soste: 3,15 h circa 
Difficoltà: Escursionistico


DESCRIZIONE TAPPA

La partenza è presso l’ Albergo Ristorante “Sanfront” (http://www.anticalocandasanfront.it) a Cimaferle, frazione del comune di Ponzone. Si scende lungo la strada asfaltata che conduce al torrente Erro, che nel primo tratto si snoda tra abitazioni e prati. In seguito il tracciato segna il confine con la Zona Speciale di Conservazione (ZSC) – Bacino del Rio Miseria e sono ben evidenti, in particolare lungo il lato sinistro, le rocce ofiolitiche e la vegetazione piuttosto rada, costituita prevalentemente da pini (soprattutto Pinus sylvestris), roveri ed erica arborea. 

Successivamente il percorso alterna tratti panoramici e tratti immersi nel bosco, fino a raggiungere il ponte sul Torrente Erro. Dopo averlo superato si perviene all’incrocio con la ex strada statale 334, che, dopo aver svoltato a sinistra in direzione Sassello, si dovrà seguire per circa 1,2 chilometri, prestando la massima attenzione. 

Raggiunto l’incrocio con la strada provinciale 216, si prosegue per Miogliola, sempre lungo la strada asfaltata. In breve si perviene alla località S. Lorenzo, dove l’omonima chiesetta e l’area attrezzata inducono a una sosta. La Chiesa di S.Lorenzo Martire appartiene al più antico nucleo abitato di Miogliola e fu costruita lungo le rive del torrente Erro, in un punto dove era presente un guado percorribile con i carri.

Proseguendo il cammino si raggiunge l’abitato di Miogliola, frazione del comune di Pareto, il cui abitato è distribuito lungo la strada provinciale, con  abitazioni, prati e aree coltivate in successione. Il nucleo principale della frazione è rappresentato dalla chiesa di San Bartolomeo.

Il cammino prosegue sempre lungo la strada provinciale fino all’incrocio con la strada vicinale che, svoltando a destra, conduce al piccolo borgo di Frascheto: prima immerso nel bosco, il tracciato diviene panoramico non appena lasciato l’abitato. La tappa termina al culmine della salita, dove è situato il punto tappa Cascina Merlo Country House (https://www.cascinamerlo.com): a pochi metri la Grande Panchina, realizzata dai gestori della Cascina.

Box Informativo Tappa 16

Il Rinolofo maggiore (Rhinolophus ferrumequinum)

Il Rinolofo maggiore è il pipistrello simbolo della conservazione dei chirotteri delle Aree Protette dell’Appennino Piemontese.

La specie è caratterizzata da orecchie grandi con apice acuto e assenza del trago, la sporgenza che delimita il foro auricolare opposta al padiglione; la sua peculiarità è però sicuramente la complessa struttura nasale a forma di violino nella quale sono presenti tre parti distinte: una inferiore, a forma di ferro di cavallo, dalla quale deriva il nome scientifico, che copre il labbro superiore e circonda le narici; una superiore appuntita, detta lancetta, attaccata soltanto alla sua base ed appiattita frontalmente, e una intermedia, detta sella. Il naso la struttura che emette gli ultrasuoni e permette di localizzare le prede orientandosi nel buio più assoluto. 

Il Rinofolo maggiore è il più grande rappresentante della famiglia dei Rhinolophidae con un lunghezza testa-corpo di 56-71 mm, un’apertura alare che può arrivare a 40 cm e un peso fino a 34 grammi. Ha una colorazione variabile ma generalmente è marrone chiaro sul dorso e più chiaro sul ventre.

È una specie di interesse comunitario che richiede una protezione rigorosa e l’istituzione di Zone Speciali di Conservazione secondo la Direttiva Europea “Habitat”. È inoltre tutelata dalla Convenzione di Bonn, dalla Convenzione di Berna e inclusa nel cosiddetto Bat Agreement o Accordo sulla Conservazione dei Pipistrelli in Europa.

La sua conservazione, come per tutti i chirotteri, è legata monitoraggio e alla protezione dei rifugi riproduttivi, dei siti di svernamento e degli habitat dove vivono.

L’Ente di Gestione delle Aree Protette dell’Appennino Piemontese nel 2017 ha dato avvio ad un Progetto di riqualificazione delle miniere d’oro del Parco Capanne di Marcarolo con l’intento di tutelare gli habitat ipogei e le specie di interesse comunitario presenti al loro interno e, nel contempo, valorizzare il complesso dei siti minerari creando un circuito di fruizione culturale che farà capo al costituendo Museo dell’Oro, polo scientifico informativo dell’intero complesso delle Aree Aurifodine.

Nell’ambito del Progetto di valorizzazione e gestione dei siti Minerari della Valle del Gorzente, sono state inoltre rese fruibili due miniere all’interno del Parco naturale di Capanne di Marcarolo con la possibilità di accesso dei visitatori dal 15 aprile al 15 ottobre su prenotazione, con l’accompagnamento obbligatorio di una Guida del Parco, secondo un protocollo di fruizione che tiene conto scrupolosamente degli obblighi comunitari in materia di conservazione delle specie e degli habitat.

Foto

Galleria fotografica della TAPPA 16 Cimaferle – Miogliola – Cammino Piemonte SUD

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