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TAPPA 01: Capanne di Cosola – Montaldo di Cosola

Tappa 1

Segnavia: CAI
Località di partenza: Capanne di Cosola m 1493
Località di arrivo: Montaldo di Cosola m 920
Dislivello in salita: 121 m circa
Dislivello in discesa: 695 m circa
Lunghezza: 7,2 Km
Tempo di percorrenza stimato, escluse le soste: 3:20 ore circa
Difficoltà: Escursionistico

Total distance: 7446 m
Max elevation: 1525 m
Min elevation: 918 m
Download file: TAPPA01.gpx

DESCRIZIONE TAPPA

La prima tappa del Cammino del Piemonte Sud si snoda per buona parte nella Zona di Protezione Speciale IT1180025 – Dorsale Monte Ebro e Monte Chiappo.

La partenza è a Capanne di Cosola, in prossimità dell’omonimo Albergo Ristorante, e la tappa inizia con un tratto del sentiero CAI 200 salendo in direzione Monte Chiappo.
Dopo circa 100 m si  incrocia il sentiero CAI 226, che si dovrà seguire per raggiungere Montaldo di Cosola.
Il CAI 226 procede in pianura attraversando la zona delle case di villeggiatura denominata “I Faggi”, al temine della quale, in corrispondenza di un bivio, si svolta a destra e si continua a salire, attraversando una bella faggeta.
Dopo circa 1 Km di percorso, a quota 1520 m, si incontra la presa dell’acquedotto, dove è possibile rifornirsi di acqua potabile dal rubinetto del “troppo pieno”.
Il sentiero prosegue ora in leggera discesa fino a raggiungere una piccola edicola religiosa costruita dalle associazioni Scout (ASCI) della Sezione di Rivarolo, in ricordo dei campi effettuati nel primo dopoguerra.
Si rientra poi in faggeta compiendo una decisa svolta verso destra e dopo circa 200 m si esce definitivamente dal bosco e  si attraversano  a mezza costa le pendici del monte Chiappo.

A circa 2 Km dalla partenza il sentiero riprende a salire e svoltando a sinistra si raggiunge in breve la strada sterrata che sale al Passo Bocca di Crenna (1520 m), punto di svalico tra la Val Borbera e la Val Curone e di  intersezione di diversi sentieri, tra cui il CAI 200 denominato anche Anello Borbera Spinti. Il tragitto della tappa non raggiunge il passo, ma continua, ora  in discesa, lungo una comoda carrareccia fino ad incontrare, a quota 1400 m, un ampio recinto utilizzato nei mesi estivi per il ricovero del bestiame tenuto al pascolo. Da qui prosegue per circa 500 metri ed entra nel bosco: siamo circa a metà del percorso di tappa.

Dopo aver abbandonato il bosco e attraversato un’area aperta, si incrocia la strada provinciale 140 e la si percorre per circa 100 m, fino a raggiungere il bivio posto in corrispondenza del tornante che porta alla  piscina e all’area sportiva di Cosola, frazione di Cabella Ligure.
Sempre seguendo le indicazioni del sentiero CAI 226 si attraversano le aree sportive fino all’imbocco del sentiero che porta alla frazione Aie di Cosola, posta ad una altitudine di 992 m.
Si attraversa la frazione,  magari sostando presso la bella fontana frazionale, e si raggiunge ben presto la Chiesa di Cosola, dove si incontra nuovamente la strada asfaltata, che si percorre per altri 200 m fino alla frazione di Montaldo di Cosola, dove terminano sia il sentiero CAI 226 sia la tappa

Foto

Galleria fotografica della TAPPA 01: Capanne di Cosola – Montaldo di Cosola – Cammino Piemonte SUD

Strutture ricettive
Servizio noleggio auto con conducente (auto 9 posti)
Via Cosola, 1 Cabella Ligure AL 15060 Italia Telefono casa: 0143 919561 Sito web: Sito
Categorie: Fornitore di servizi, Struttura ricettiva, Tappa 1, Tappa 4, Trasporto
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Altre info utili sulla Tappa 16

Cenni sulla fruizione

Per visitare quest’area appenninica è consigliabile raggiungere in auto la località Capanne di Cosola. Partendo da qui è possibile percorrere a piedi il crinale che unisce il Monte Chiappo al Monte Ebro, seguendo le indicazioni del sentiero che porta fino al Monte Giarolo. Esistono inoltre alcune strade sterrate che, partendo dalla SP40 della Val Borbera, si dirigono verso la linea di cresta attraversando la fascia boscata dei bassi versanti.

Stato di conservazione e minacce

Gli ambienti aperti di quest’area appenninica sono ritenuti in buono stato di conservazione.
La principale minaccia per questi habitat è l’abbandono dello sfalcio, con conseguente invasione da parte di specie arbustive e arboree. Negli ultimi decenni l’alpicoltura è diventata meno estensiva, generando talvolta locali problematiche di sovrapascolamento nelle aree più raggiungibili, e di abbandono di quelle meno accessibili o più acclivi. L’abbandono del pascolo ha indubbiamente effetti negativi su molte specie di uccelli la cui presenza dipende più o meno strettamente da quella di bestiame al pascolo

ZPS IT1180025 DORSALE MONTE EBRO E MONTE CHIAPPO

La Zona di Protezione Speciale “Dorsale Monte Ebro e Monte Chiappo” è un Area della Rete Natura 2000 prevista dalla Direttiva Europea 2009/147/CE (ex 79/409/CEE), detta “Uccelli” emanata al fine di salvaguardare l’avifauna selvatica europea. È situata nell’estrema porzione sud-orientale della zona appenninica piemontese, tra la Val Curone e la Val Borbera, nel territorio cosiddetto delle “Quattro Province” dove si incontrano i confini amministrativi di Piemonte, Liguria, Emilia Romagna e Lombardia. Occupa le zone più elevate dei versanti meridionali del Monte Ebro (m 1699) e del Monte Chiappo (m 1700) e del crinale che li unisce, interessando i comuni di Cabella Ligure (AL) e Fabbrica Curone (AL).
Il paesaggio è caratterizzato da dorsali e pendii morbidi prevalentemente occupati dagli ambienti aperti delle praterie calcifile, ricche di specie floristiche, intercalate a cespuglieti di ginepro e di ginestra (Genista radiata).
Nelle aree non più sfalciate né pascolate sono in espansione le boscaglie di invasione con sorbo montano (Sorbus aria), salicone (Salix capraea) e pioppo tremolo (Populus tremula).
La vegetazione forestale ricopre solo circa un terzo del sito; sui versanti nord si trovano boschi di faggio mentre sui versanti più assolati predominano orno- ostrieti, con cerro (Quercus cerris) e roverella (Quercus pubescens). 
Questa zona appenninica è molto importante come luogo di nidificazione e alimentazione per una ricca avifauna legata agli ambienti forestali e d’alta quota appenninici, nonché quale area di sosta e transito per le specie migratrici

Ambienti e specie di maggior interesse

Sono al momento segnalate 84 specie di uccelli, di cui una trentina nidificanti certe o probabili. Le specie inserite nell’All. I della Direttiva “Uccelli” sono 16; esistono indizi di nidificazione recente solo per il calandro (Anthus campestris), mentre altre 4 sono considerate come potenzialmente nidificanti: il succiacapre (Caprimulgus europaeus), l’ortolano (Emberiza hortulana), l’averla piccola (Lanius collurio) e la tottavilla (Lullula arborea). 
Questa parte dell’ Appennino ligure-piemontese è interessata da una delle principali direttrici di volo che i migratori primaverili seguono per raggiungere la Valle Scrivia, per poi dirigersi verso nord. Le specie migratrici sono più di 30 e comprendono sia rapaci, sia passeriformi: si osservano l’albanella minore (Circus pygargus), il nibbio bruno (Milvus migrans), il cuculo (Cuculus canorus), la rondine (Hirundo rustica), il prispolone (Anthus pratensis) e il culbianco (Oenanthe oenanthe).
L’ambiente più rilevante per l’ornitofauna della ZPS è costituito dalle praterie sub-mediterranee frequentate da specie considerate in regressione sul territorio regionale a causa della riduzione o alterazione dei loro habitat. E’ il caso della quaglia (Coturnux coturnix) e di alcuni passeriformi come lo zigolo giallo (Emberiza citrinella), lo zigolo muciatto (Emberiza cia), il saltimpalo (Saxicola torquatus) e la sterpazzola (Sylvia communis). 
Anche se poco meno di un quinto della superficie forestale è costituito da fustaie, struttura di maggiore rilevanza per l’avifauna, la continuità del sito col resto del manto boschivo che ricopre la Val Borbera fa sì che nei boschi si possano contattare circa 50 specie di uccelli. Tale diversità specifica è ben dimostrata dalla presenza di alcuni rapaci tra cui il falco pecchiolo (Pernis apivorus), il biancone (Circaëtus gallicus), la poiana (Buteo uteo), lo spaviere (Accipiter nisus) e da alcuni strigiformi come l’allocco (Strix aluco), l’assiolo (Otus scops) e il gufo comune (Asio otus). Non mancano i passeriformi più comuni dei boschi di latifoglie come il rampichino Frazione Capanne di Marcarolo (punto tappa): Ecomuseo di C.na Moglioni, Sito storico La Benedicta, Sentiero della Pace, Mulino Vecchio e Mulino Nuovo, Centro di Documentazione di C.na Pizzo dedicato alla Resistenza Frazione Capanne superiori di Marcarolo: Chiesetta dell’Assunta